Mostre Personali

2018 Spazio Nel Tempo, Fondazione Sant’Elia, Palermo, Italia

SHOZO SHIMAMOTO | SPAZIO NEL TEMPO
A cura di Achille Bonito Oliva

Fondazione Sant’Elia | PALERMO
13 giugno > 6 agosto 2018

– Un colore senza materia non esiste. Se in procinto di creare non si getta via il pennello, non c’è speranza di emancipare le tinte. Senza pennello le sostanze coloranti prenderanno vita per la prima volta. Al posto del pennello si potrebbe usare con profitto qualsivoglia strumento. Per iniziare, le nude mani o la spatola da pittura. E poi ci sono gli oggetti adoperati dai membri del gruppo Gutai: annaffiatoi, ombrelli, vibratori, pallottolieri, pattini, giocattoli. E poi ancora i piedi, o le armi da fuoco, o altro. E in tutto ciò potrebbe anche ricomparire il pennello, perché non vi è dubbio che in simili elaborazioni innovatrici qualcosa del passato torna in essere.

Shozo Shimamoto | Bollettino «Gutai», n.6 Ōsaka, 1957

A metà degli anni Cinquanta, l’artista giapponese Shozo Shimamoto [Osaka, 22 gennaio 1928 – 25 gennaio 2013], nella piccola città di Ashiya (Hyogo) inizia la sua avventura con un lavoro creativo realizzato in pubblico, un giar­dino dove lui e altri artisti realizzano opere, frut­to di un’attività performativa nella quale il fare l’opera è sincronico al contemplare del pubblico, con tutte le interferenze di un evento in diretta. Allontanandosi dalla tradizione surrealista e dagli stimoli di Duchamp, il gruppo di artisti Gutai si afferma gridando in nome di una nuova creatività che cede all’impulso. Un’ampia retrospettiva sull’artista giapponese, a cura di Achille Bonito Oliva, si inaugura il 13 giugno alle ore 18 a Palermo, alla Fondazione Sant’Elia dove resterà fino al 6 agosto. “SHOZO SHIMAMOTO / SPAZIO NEL TEMPO” è un progetto della Fondazione Morra di Napoli con il supporto tecnico, logistico e organizzativo dell’Associazione Shozo Shimamoto, in collaborazione con la Fondazione Sant’Elia. Uno sguardo attento e completo sul percorso dell’artista giapponese, dalle prime innovative sperimentazioni degli anni ‘40 e ’50, fino alle performance degli ultimi anni. Se, infatti, gli anni ‘50 di Shimamoto sono tutti in Oriente, perché hanno luogo in Giappone, gli anni Duemila sono in gran parte in Occidente, perché è proprio qui che hanno luogo alcune delle più importanti performance del maestro. La dialettica tra questi due momenti storici racconta di un singolare, importante ed unico processo artistico. Negli anni ‘50 Shimamoto inizia a lavorare come pittore e proprio in nome di un nuovo modo di concepire e praticare la pittura, inizia a dedicarsi all’azione, che si trasforma progressivamente in happening. Viceversa, i grandi eventi italiani degli ultimi anni rivelano un percorso inverso: c’è una grande costruzione scenica con una sua autonomia spettacolare, che si riflette dentro la realizzazione di opere che di quel momento rappresentativo pubblico, sono il risultato. “Il tentativo è quello di allargare il più pos­sibile lo spazio estetico del gesto, inglobare la ter­ra ed il cielo. (…) In definitiva, Shimamoto è un nomade samurai del­l’arte che riesce ad andare a bersaglio, assistito dal caso intelligente di un processo creativo che vuo­le bucare l’inerzia del mondo e dare energia alla comunità degli uomini”, scrive Achille Bonito Oliva.

Sono in mostra alla Fondazione Sant’Elia lavori di grande importanza storica, dalle prime opere con il gruppo Gutai alle bellissime esplosioni di colore dei lavori realizzati in Campania. E, per la prima volta in Italia, verranno esposti anche i lavori su carta degli anni ’50. In occasione della mostra, sarà stampato un catalogo a colori con testi di notevole rilevanza storica e critica. La retrospettiva su Shozo Shimamoto è tra gli eventi di punta del grande cartellone di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018.