2° Caos
La testa rasata vola nel mondo
Skinhead art
1. Rasare la testa
In che modo ho iniziato ad usare la testa rasata per l’arte? Vi è un motivo abba- stanza particolare. Nel 1986 abbiamo invitato il mail-artista milanese Cavellini in occa- sione del Festival di gemellaggio. Sul suo lavoro avevo scritto già altre volte, tuttavia essendo una persona molto estrosa valeva la pena invitarla.
Di solito gli artisti, e questo vale anche per me, pensano di essere il numero uno del mondo dell’arte, lui lo pensa fortemente. Dice di essere un genio che sarà com- preso tra cento anni. In questo modo scrive l’autobiografia di tutta la sua produzione ovunque: sulla parete della casa, sui vestiti, sui cappelli, sul corpo delle donne etc. Non so bene perché scrive sul corpo femminile, in ogni caso quando è arrivato in Giappone, mi sono accorto che anche lui non ha mai avuto esperienza di scrittura autobiografica sulla testa rasata.
Sono andato a Shitennoji (un quartiere di Osaka) a chiedere al bonzo se potevo scrivere sulla sua testa l’autobiografia di Cavellini, ma naturalmente lui ha rifiutato. Allora ho chiesto se poteva rasare la mia testa secondo la nobile usanza dei bonzi. Il bonzo, rimproverandomi mi ha detto: “Senti, qui non è il barbiere! Soltanto le per- sone che fanno la pratica possono rasarsi”. Replicai che non avevo intenzione di seguire la pratica buddhista e alla fine il bonzo ha compreso la mia richiesta e mi ha rasato la testa. Subito quindi Cavellini ha scritto la sua autobiografia sulla mia testa rasata esprimendo in tal modo il mio benvenuto.
Dopo poche ore c’era il ricevimento di benvenuto per il Festival di Gemellaggio in un albergo vicino a Shitennoji. Vi sono andato e lì ho incontrato tante belle ragazze danzatrici di samba provenienti da San Paolo del Brasile. Tuttavia, poiché Cavellini aveva scritto col pennarello, non ho potuto cancellarle dalla mia testa.
Mentre stavo mangiando con il cranio pieno di scritte, quelle belle ragazze mi hanno chiesto di essere fotografate insieme a me. Mi sono stupito perché era la prima volta, in quanto avevo 58 anni, che delle ragazze mi chiedevano di fare una foto- grafia.
Bene!! Da allora ho deciso di esibirmi sempre con la testa rasata; sicuramente diventerò popolare fra le ragazze.
I miei amici mi dicevano che questo non è essere popolare fra le donne ma solo curiosità. Fino ad oggi ho scritto sulla carta le mie riflessioni ma la maggior parte della gente, senza leggerle, le buttava, invece quello che è scritto sulla testa o viene rispettato o viene disprezzato, comunque viene letto.
Così iniziò la mia Skinhead art.
6. L’arte è il sesso
Nel 1988 ho fatto una performance in cui ho messo sulla mia testa rasata una donna con il costume da bagno, dopodiché ho spedito ai mail-artisti la fotografia.
Quando si vive in un ambito ristretto la pretesa artistica, per ottenere l’accetta- zione degli altri, diventa piccola e mite accomunando tutti, mentre alla mail art, poi- ché può comunicare con ogni angolo del pianeta, vi sono persone nel mondo che sono interessate, anche se si tratta di un’azione come questa che scandalizza la pic- cola società giapponese.
Un abitante di Parigi che si chiama Nato (non so per quale motivo ma lui si chiama NATO), quando ha visto la mia performance ha pensato: “Se questa è arte, in questo modo posso fare anch’io”, diventando in seguito l’unico artista ad essere esperto di donne.
Alle sue performance partecipano molte donne nude. Lui stesso è nudo e le porta sulle spalle o le dipinge. Inoltre ha creato un museo che si chiama Nato Museum. L’ ho visitato nel 1990. All’ingresso vi è la foto con la donna in costume da bagno sulla mia testa. C’era anche una scultura della mia testa rasata. Di fianco ha esposto, ponendole in riga e incorniciate, le mutande delle giovani donne che ha usato per più di 48 ore.