Gutai
di Shozo Shimamoto
I quadri giapponesi ‘ukiyoe’ e ‘korin’ vengono spesso molto esaltati dai critici d’arte europei ed americani, non tanto perché siano opere d’arte eccellenti, quanto piuttosto perché sono esotici ed eccentrici.
Nel 1950, discussi con il mio maestro Jiro Yoshihara a questo proposito. In Giappone gli artisti non vengono considerati di talento se prima non sono stati accettati fra gli artisti europei ed americani e non hanno trascorso un lungo periodo con essi. Noi artisti giapponesi dobbiamo produrre opere influenzate da loro.
I critici d’arte giapponesi sono eccellenti negli studi linguistici e storici, ma non hanno alcun buon senso. Applaudono molto facilmente quei lavori che sono già altamente stimati in Europa ed in America, ma non prestano alcuna attenzione a quelli nuovi, creati in Giappone. Si comportano come la gente dei paesi sottosviluppati che ammirano tutto ciò che viene dalle nazioni avanzate. Subito dopo la resa, in Giappone il campo dell’arte non era controllato. Tuttavia c’erano molti problemi. Non c’era gerarchia. Jiro Yoshihara ed io non seguimmo gli esempi occidentali ma ci proponemmo di trovare un nuovo tipo di arte. Cosi fummo trattati molto freddamente, specialmente qui nel Distretto di Kansai.
Ci sforzavamo in ogni modo di cambiare i vecchi modelli giapponesi. Nel 1950, le opere che cercavo di produrre erano fantastiche: per esempio, un unico segno a forma di freccia su di un pezzo di carta, oppure un quadro con un unico cerchio tracciato sulla tela, e un foro al centro della tela, ecc.
Jiro Yoshihara mi lodo molto, ma gli altri non mi degnarono di uno sguardo.
Il nostro scopo era cosi grande che i sette membri che inizialmente si incontravano, lasciarono il gruppo, ma ben presto si aggiunsero nuovi membri. Vecchi membri se ne andavano e nuovi si associavano continuamente. Mentre eravamo occupati con molte altre cose, io aiutai Jiro Yoshihara a far conoscere i nostri obiettivi all’estero. Yozo Ukita, che entro a far parte del Gutai successivamente, fece la fatica di acquistare una macchina tipografica. Noi stampammo molte immagini simili ad incisioni su legno, nel mio studio. Jiro Yoshihara fece una copertina da un foglio di celluloide. Un anno dopo proposi di chiamare il nostro gruppo Gutai. Con questa parola intendevamo mostrarci direttamente e concretamente.
Non volevamo mostrare quel che sentivamo in modo indiretto o astratto.
Pubblicammo la prima edizione della ‘Rivista Gutai’ il primo gennaio 1955 e ne mandammo copia ad artisti di tutto il mondo. Alcuni membri che apparivano fra i nomi della prima edizione, tuttavia, lasciarono il gruppo. Allora chiamai Kazuo Shiraga, Saburo Murakami, Atsuko Tanaka e Akira Kanayama, che hanno i loro nomi nella seconda edizione di ‘Gutai’.
Spesso ci incontrammo sotto gli auspici di Jiro Yoshihara che, durante la guerra era stato influenzato da Mondrian. Lo scopo dei nostri incontri era quello di creare opere diverse da quelle di Mondrian.
Nel tempio zen Kaiseyi, della città di Nishinomiya, potete vedere la Calligrafia realizzata da Nantembo alla fine del 19esimo secolo. Le sue pennellate sono larghe circa 50 centimetri, ma gli schizzi dell’inchiostro cinese Sumi sulla carta li fanno sembrare larghi diversi metri. Questo fatto non si trova mai nei quadri di Mondrian.
Kazuo Shiraga mise diversi colori ad olio sulla tela e si appese al soffitto con una corda per poter dipingere un quadro con i piedi. Saburo Murakami mise diciassette porte di carta giapponesi una di fila all’altra e le ruppe attraversandole correndovi dentro.
Io, invece, costruii un proiettile di colori ad olio e lo esplosi contro la tela utilizzando una pipa di ferro di 30 centimetri di diametro e lunga 4 metri, piena di acetilene. Oltre alla Calligrafia ci interessavano anche i disegni dei bambini a cui insegnavamo a disegnare. Fu molto tempo dopo che ci vennero mostrate delle opere informali.
Facemmo ogni tipo di sforzo per trovare una nuova via artistica. Inaugurammo una mostra all’aria aperta sulle rive del fiume Ashiya ed esibimmo le nostre opere su dei palchi. Nonostante i giornalisti non ci avessero prestato alcuna attenzione, noi fummo soddisfatti. Jiro Yoshihara, che era il presidente di una grossa compagnia, fu accusato di creare tali stranezze a causa della sua ricchezza. Questo commento non era giusto. Se un uomo d’affari benestante come lui si fosse comportato in `modo bizzarro, avrebbe certamente fallito il suo tentativo, E un peccato che il Giappone sia cosi. I critici d’arte potrebbero facilmente capire questi fatti se solo aves-sero buon senso.
Nel 1960, gli artisti che non facevano parte del ‘Gutai’ – fecero una mostra dei loro lavori. E per loro fu molto più facile che per noi far capire i loro lavori nel mondo dell’arte, perché era stato loro insegnato ad essere la fazione leader formale. D’altra parte, i membri del ‘Gutai’ attrassero l’attenzione degli artisti all’estero, esponendo il loro lavoro in gruppo. Nel 1957, Michel Tapié, famoso critico d’arte in Francia, venne a visitare il Giappone e vide le opere del nostro gruppo. Parlammo a lungo con lui e diventammo anche molto amici. Egli disse: << Nel mondo dell’arte, non credo che un gruppo possa fare un buon lavoro, ma il gruppo ‘Gutai’ ha fatto un lavoro eccellente. Sebbene io non creda che un gruppo possa fare un buon lavoro, devo dire che il gruppo ‘Gutai’ ha prodotto delle opere di valore ».
Nel 1976, divenni generale della segreteria Au. Mentre ero uno dei membri del gruppo Gutai, pubblicavo le riviste e le spedivo all’estero. Dopo lo scioglimento del gruppo, iniziai
a fare la mail art che chiamai ‘Chaugutai’. Nel 1976 la mail art chiamata ‘AU’ venne pubblicata e mandata all’estero. Nell’agosto 1985, abbiamo pubblicato la 71esima edizione di AU.
Oggi la mail art ha molti amici in molti’posti diversi della terra e per noi artisti della mail art è importante scambiare pensieri e sensazioni fra noi.
Pubblicato in Lotta Poetica Italia 1987