Shōzō Shimamoto
1928 Nasce ad Osaka, in Giappone.
1947 Inizia ad interessarsi all’arte e a frequentare lo studio del maestro Jiro Yoshihara, dove realizza le sue prime opere, gli Ana (Buchi).
1948 Insieme ad altri giovani artisti prossimi al maestro Yoshihara, partecipa all’esposizione “Sette artisti d’avanguardia” tenutasi presso i grandi magazzini Kintetsu di Osaka.
1950 Si diploma all’ Università Kansai Gakuin.
1953 Ottiene il Premio Asahi all’esposizione d’arte All-Kansai e il Premio dell’Associazione all’esposizione dell’Associazione di arte moderna. Partecipa alla “Prima Esposizione del Gruppo Genbi”, il movimento nato sotto l’impulso di Muramatsu Hiroshi ma di cui Yoshihara è il vero animatore. L’iniziativa, tenuta presso la Galleria Asahi Biru di Kobe, riunisce il gruppo di giovani artisti che da lì a poco fonderanno il Gruppo Gutai.
1954 Sotto la guida di Yoshihara, Shimamoto e gli altri allievi del maestro fondano il Movimento d’Arte Concreta Gutai per il quale Shimamoto suggerisce il nome e mette a disposizione la sua casa, che diventa sede ufficiale del gruppo. Da lì vengono stampati e distribuiti i bollettini “Gutai”, la rivista ufficiale dell’Associazione.
1955 Viene pubblicato il primo bollettino “Gutai”: al suo interno sono riprodotte alcune immagini di opere degli artisti del gruppo, tra cui una di Shimamoto. I membri del Gutai, associatisi con i componenti del Gruppo Zero (Zero-Kai) (Tanaka, Shiraga, Murakami, Kanayama), partecipano alla “VII esposizione degli Indipendenti Yomiuri”, manifestazione che il Museo Metropolitano di Tokyo ospita a scadenza annuale allo scopo di dare ai giovani artisti una platea. In questa occasione le loro opere sono firmate Gutai. Durante la “Prima Esposizione d’arte moderna all’aperto: sfida al sole di mezza estate”, prima riunione autonoma del Gruppo Gutai tenuta presso la pineta della città di Ashiya, Shimamoto espone una lamiera frammentata da piccoli buchi dipinta da un lato di bianco e dall’ altro di blu. Durante la sera una lampada illumina la lamiera da dietro creando un effetto simile a quello di un cielo stellato. Nello stesso anno Shimamoto partecipa alla “Prima mostra Gutai” tenuta al chiuso, all’Ohara Kaikan di Tokyo: per l’occasione presenta l’opera “Prego, camminate qui sopra” realizzata con una serie di assi di legno montate su un sistema di molle che rendono il percorso del visitatore precario e instabile.
1956 In occasione della “Seconda Esposizione d’arte moderna all’aperto” Shimamoto mette in scena la “Performance della Distruzione” in cui sperimenta una nuova tecnica: il lancio di sacchetti pieni di colore tramite un cannone accompagnato da un sottofondo musicale. Nell’ottobre del 1956 il Gutai tiene la seconda mostra all’Ohara Kaikan di Tokyo: Shimamoto colloca una grande tela sul pavimento al centro della quale posiziona un masso contro cui lancia bottiglie con pigmenti di differenti colori. È il primo esperimento del bottle crash, la tecnica che caratterizzerà in maniera significativa il suo lavoro futuro. La rivista “Life” riprende una performance di Shimamoto (il servizio non venne mai pubblicato).
1957 Partecipa alla prima esposizione “Arte Gutai sulla scena” al Center Sankei di Osaka: qui mette in mostra i suoi pionieristici lavori video e sonori. Interviene alla “Prima esibizione di giovani talenti dell’Asahi”, ai grandi magazzini Takashimaya di Osaka.
1958 Durante la seconda esibizione “Arte Gutai sulla scena” alla Asahi Kaikan proietta contemporaneamente sullo stesso schermo due diverse pellicole realizzate da lui stesso. Così dichiara in una sua testimonianza: «Per questo evento decisi di fare qualcosa chiamato Il Film mai visto al mondo». Su una pellicola usata di 35 mm, cedutagli da un suo ex alunno, e poi lavata nell’aceto dallo stesso Shimamoto disegna punti e linee. La seconda serata di “Arte Gutai sulla scena” è parte di un evento, il “Festival Internazionale di Osaka”, che include l’esposizione “L’ Arte Internazionale di una nuova epoca. Informale e Gutai” presso i grandi magazzini Takashimaya. Qui il Gruppo Gutai corrobora il legame con il critico francese Michel Tapié, cominciato un anno prima in occasione di un suo soggiorno accompagnato dall’artista Georges Mathieu.
1959 La BBC gli dedica un reportage mentre realizza presso la scuola Toyosaki un’azione di action painting: l’opera prende vita dal lancio di bottiglie di vetro piene di colori. In occasione del Festival Internazionale di Torino viene organizzata una manifestazione, “Arte Nuova”, a Palazzo Granieri: sono esposte un centinaio di tele di artisti europei, americani e giapponesi (Gutai e informali).
1961 Promossa da Tapié viene allestita una mostra “Continuité et avantgarde au Japon” presso l’International Center of Aesthetic Research di Torino.
1962 Shimamoto tiene la sua prima personale alla Pinacoteca Gutai, inaugurata nel settembre dello stesso anno a Osaka.
1965 Partecipa all’esposizione “Nul Negentienhonderd vijf en Zegtig” tenuta allo Stedelijk Museum di Amsterdam.
1966 Interviene al “II Salon International des Galeries Pilotes” al Musée Cantonal des Beaux Arts di Losanna in Svizzera.
1969 Prende parte alla “IX Exposition d’art japonais contemporain” nel Museo di Tokyo.
1972 Tiene due personali: alla Galeria Sobrad di São Paulo e alla Muramatsu di Tokyo. Con la morte di Yoshihara il Gruppo Gutai si scioglie. Shimamoto inizia a interessarsi alla Mail Art.
1975-1976 Aderisce alle iniziative dell’Unione degli Artisti (Artists’ Union Group), del quale viene eletto segretario capo, diventando uno dei massimi rappresentanti della Mail Art e sviluppando una nuova e personalissima concezione dell’uomo-artista e dell’opera come prodotto di un lavoro sociale e collettivo.
1976 Partecipa all’esposizione “L’attuale concezione dello spazio” presso la Galleria municipale d’arte di Yokohama e alla mostra retrospettiva “18 anni di arte Gutai” alla Galleria d’arte della prefettura di Osaka. Crea una strada composta da 10.000 pagine di giornali presso la riva del fiume Mukogawa.
1979 Espone 10.000 giornali quotidiani al “World Symposium Invitation Show” di Alberta, in Canada. Fa parte della collettiva “Dopo Yoshihara e il Gutai” presso il Museo di Arte Moderna di Kobe.
1981 Viene organizzata una personale di Shimamoto presso il Centro di Arte Contemporanea di Osaka.
Nello stesso anno espone nella mostra “Direzioni nell’arte giapponese 1 – Gli anni ’50 – Tenebre e raggi di luce” organizzata nel Museo di Arte Moderna di Tokyo e partecipa alla mostra collettiva “Westkunst – Eine Ausstellung, veranstaltet von den Museen der Stadt Köln”.
1982 Interviene con sue opere a “Verso il Museo del domani – Il teatro dell’Arte viva” nel Museo di Arte Moderna di Kobe.
1983 Viene eletto sindaco del Villaggio Internazionale d’Arte Ryuijin. Assieme a cinque artisti presenzia all’esposizione “6 Artisti Gutai / Artists’ Union” presso la Galleria municipale d’arte di Itami.
1984 Tiene una performance nella Hundertmark Gallery di Colonia e allo Studio Morra di Napoli partecipa alla mostra “Opere Gutai: Shiraga, Motonaga, Murakami, Uemae, Kanayama ed altri”.
1985 Espone ad Anversa e a Osaka. Va a Oxford per intervenire alla retrospettiva “Reconstructions: Avant-Garde Art in Japan 1945-1965” allestita nel Museo di Arte Moderna. Sempre nel 1985 viene invitato a Madrid in occasione della mostra “Grupo Gutai: Pintura y Acción” tenuta nel Museo Spagnolo di Arte Contemporanea, e successivamente portata a Belgrado nel Muszej Savremene Umetnosti e a Kobe nel Museum of Modern Art.
1986 In occasione del “First Osaka Sister-City Festival” Shimamoto invita Guglielmo Achille Cavellini, il principale mail artist italiano. Da questa data in poi Shimamoto continuerà a utilizzare la sua testa rasata come mezzo per le sue attività di Mail Art partecipando alla “Peace Run” attraverso l’Europa organizzata dall’American Indian Group. Partecipa all’esposizione “Japon des avant gardes” tenuta presso il Centre Georges Pompidou in occasione della quale presenta i suoi lavori audio.
1987 Invitato dal Museo di Dallas mette in scena una performance sul centenario della nascita di Marcel Duchamp: messaggi di pace e spezzoni di film vengono proiettati sulla sua testa rasata.
1990 La Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, in occasione dell’inaugurazione della mostra “Giappone all’avanguardia. II Gruppo Gutai negli anni Cinquanta”, invita Shimamoto a riprodurre la performance realizzata nel 1956 durante la “Seconda mostra all’Ohara Kaikan” di Tokyo apportandovi nuovi significati legati alla filosofia del Network: Shimamoto invita i mail artists a inviargli piccoli oggetti da inserire nelle bottigliette contenenti il colore. La tela, di grande formato, prende vita dal Network e si compone di colore, chicchi di riso, conchiglie, sabbia e altri materiali simili.
1991 È invitato a partecipare alla mostra “Gutai Japanische Avantgarde 1954- 1965” organizzata dall’Institude Mathildenhohe di Darmstadt con dieci grandi lavori. L’immagine di una sua performance viene pubblicata su “Flash Art International”.
1993 È invitato alla 45a Biennale di Venezia come membro del Gutai dove presenta un’azione di bottle crash.
1994 Espone nella mostra curata da Alexandra Munroe: “Japanese Art after 1945: scream against the sky” tenutasi al Guggenheim Museum di New York.
1996 Per le sue attività pacifiste dopo l’incontro in Giappone con il Fisico nucleare Bern Porter, che ha partecipato alla messa a punto della bomba nucleare sganciata su Hiroshima, viene proposto come candidato al premio Nobel per la pace.
1997 Tiene una mostra personale con una performance: “Shozo Shimamoto, Gutai-Works” all’Hundertmark Gallery di Colonia.
1998 In occasione della mostra “Out of Actions: Between Performance and the Object, 1949-1979”, organizzata nel Museum of Contemporary Art (MoCA) di Los Angeles la sua opera “Holes” del 1950 è esposta nella stessa sala di Pollock, Cage e Fontana. L’esposizione viene portata, successivamente, a Vienna all’Osterreichisches Museum fur angewandte Kunst, a Barcellona al Museu d’Art Contemporani e al Tokyo City Museum of Art.
1999 Viene invitato nuovamente alla Biennale di Venezia. A Verona e a Milano partecipa allo “Shozo Shimamoto Italian Festival”: sono esposte opere degli anni ’50-’60 installazioni di grande formato e documentazioni sulla mail art. Presso la Galerie Nationale du Jeu de Paume, Parigi, espone nella retrospettiva collettiva “Gutai”.
2000 Realizza una performance su grande scala in Francia, sponsorizzata dal Museo Felissimo, creando un’immensa superficie di giornali provenienti da tutto il mondo che colpisce con palloncini pieni di colore lanciati da una mongolfiera. Una delle opere risultato della performance è esposta a Parigi nella sede dell’Unesco. Al Nishinomiya Yacht Harbour inizia l’opera “Dimostrazione di Pace”, che sarà monumento del luogo per 100 anni.
2001 Viene invitato al “Japan Year” di Londra; alcune sue opere vengono acquisite dal Tate Modern. Prende parte, presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, alla mostra “Le Tribù dell’Arte” curata da Achille Bonito Oliva.
2002 Partecipa a Londra all’evento artistico “Who’s Norma Jeane?” organizzato dalla Galleria Primrose.
2003 Invitato alla 50° Biennale di Venezia presenta il “Brain Academy Apartment International Project”. Sempre in Italia partecipa alla collettiva “Skin Deep” presso il Museo di Arte Moderna e Contemporanea – MART di Rovereto e a “Living Theatre. Labirinti dell’Immaginario” a cura di Lorenzo Mango e Giuseppe Morra presso il Castel Sant’Elmo di Napoli.
2004 Si esibisce in una performance con un elicottero organizzata dalla “Associazione bbcc Onlus (ABCOnlus)” ed è stata curata dall’Architetto Luigi de Marchi, come pre-evento in vista della successiva Biennale di Venezia del 2005.
2005 A Trevi realizza per la seconda volta in Italia in una performance durante la quale getta i colori da un elicottero e gli viene dedicata una mostra personale presso il Flash Art Museum, a cura di Guglielmo Di Mauro.
In maggio, personale presso l’Atelier 25 di Reggio Emilia, in collaborazione con l’associazione Pari&Dispari.
Partecipa alla mostra “Un cuscino per sognare”, promossa dal Comune di Reggio Emilia in collaborazione con l’Archivio Pari&Dispari.
2006 Viene invitato a partecipare con dieci suoi lavori e due ricostruzioni del suo lavoro “Prego, camminate qui sopra” alla collettiva “Zero. Avant-garde Internationale des années 1950-60”, allestita presso il Museum Kunst Palast di Düsseldorf e del Musée d’Art Moderne de Saint Etienne. Realizza a Napoli nella storica piazza Dante, l’evento-performance “Un’arma per la Pace”: sollevato dal braccio di una gru tiene in mano una sfera piena di colori che con gesto serafico getta su una tela.
L’azione viene accompagnata musicalmente da Charlemagne Palestine. La performance è organizzata in collaborazione con L’archivio Storico Pari&Dispari di Rosanna Chiessi e seguita dall’esposizione “Shozo Shimamoto. Opere anni ’50-’90” presso la Fondazione Morra. Viene invitato dal governo cinese a tenere una performance a Pechino e a Chang Xing.
2007 Presso il Fashion Museum di Kobe tiene la performance Felissimo WHITE PROJECT; le opere realizzate vengono esposte allo Hyogo Prefectural Diplomatic Estabilishment e al Kobe Fashion Museum. Presenzia al “P3 Project” per la Biennale di Venezia; qui realizza una performance, “Bottle Crash”, nel Chiostro di San Nicolò. Alcuni dei suoi lavori più rappresentativi vengono esposti nella collettiva “Artetempo” organizzata da Mattijs Visser e Axel Vervoordt nel Palazzo Fortuny di Venezia.
2008 Il 7 maggio realizza una performance a Punta Campanella, Napoli, coinvolgendo un gruppo di danzatrici vestite da spose con la testa ricoperta da bicchieri saturi di colore. Il 9 maggio fa una performance nel chiostro della Certosa di San Giacomo di Capri lanciando il colore su otto tele disposte a terra e su due contrabbassi disposti a lato delle tele, ricoperti da spartiti musicali e sorretti da due giovani donne. Sempre alla Certosa di San Giacomo di Capri espone alcuni suoi lavori nella mostra “Vento d’Oriente”. Presso il Museo Magi ‘900 di Pieve di Cento (BO) si tiene la mostra Shozo Shimamoto / Yasuo Sumi – I colori della pace, con una performance nella sala Modigliani del Museo. Il 13 novembre 2008 presso il Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce a Genova “Shozo Shimamoto. Samurai, acrobata dello sguardo”, curata da Achille Bonito Oliva.
2009 In occasione di “Roma. Road to Contemporary Art”, sono esposte sue opere in diverse mostre: Palazzo Barberini, “Cose mai viste II” a cura di Achille Bonito Oliva, dedicata alle opere delle collezioni private degli artisti; Palazzo delle Esposizioni, in collaborazione con la Fondazione Morra, l’Archivio Pari&Dispari e l’Associazione Shozo Shimamoto. Viene invitato, insieme agli altri artisti Gutai, alla 53° Biennale di Venezia “Fare mondi”. Partecipa alla mostra collettiva “Madre Coraggio: L’arte” a cura di Achille Bonito Oliva che si tiene all’interno del Festival di Ravello. Tiene una mostra personale presso la galleria “VV8 arte contemporanea” di Reggio Emilia, in collaborazione con l’Associazione Shozo Shimamoto, dal titolo “La danza del colore”, in occasione della quale ha luogo una performance del coreografo Mauro Bigonzetti e quattro ballerini della Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto che animano gli abiti da sposa realizzati da Shimamoto nell’azione di Punta Campanella.
2011 Sculture e grandi tele provenienti dalle performance di Venezia, Punta Campanella, Capri e Genova sono esposte nella Basilica di Santo Stefano di Bologna in occasione di “Arte Fiera OFF” in una mostra a cura di Achille Bonito Oliva. Mostra personale presso la Fondazione Morra di Napoli. Assieme a opere di grandi dimensioni sono proiettati due video di Mario Franco che documentano le performance di Piazza Dante a Napoli (2006) e Punta Campanella. Viene invitato a condurre due performance presso il Moderna Museet di Stoccolma in Svezia in occasione dell’evento “AN EXPERIMENTAL CONFERENCE ON ART AND SCIENCE TO CHALLENGE THE MID-SUMMER SUN” dove reinterpreta la performance con il cannone del 1956 e quella su palcoscenico del 1957.
2012 Dal 14 marzo al 5 maggio 2012 la mostra personale “SHOZO SHIMAMOTO” presso la Axel Vervoordt Gallery di Anversa, Belgio.
2013 Il 25 gennaio del 2013 Shozo Shimamoto muore ad Osaka. L’attività dell’Associazione continua in suo nome, tutelando e promuovendo l’immagine del maestro.